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Devo aggiornare il DVR e formare il personale in tema Covid 19? Sa, il mio commercialista mi ha detto di no, che non serve…
Allora…vediamo di rispondere argomentando.
Il diritto alla salute è disciplinato dal D. Lgs. 81/08, dalla Costituzione (Art. 32) e anche da atre fonti normative. Con il DPCM del 26.4.2020 sono state introdotte le prime misure obbligatorie da applicare ai luoghi di lavoro per il contenimento del rischio da Covid 19. Di fatto, siamo in presenza di un pericolo nuovo e quindi dobbiamo gestire un rischio nuovo. Il virus in sè, rappresenta un rischio biologico generico, così come il raffreddore o l’influenza, eppure non è che nella valutazione del rischio ci siamo in passato occupati del rischio “raffreddore”, giusto?
Con il Covid 19 le cose sono però diverse, ma la cosa va analizzata e valutata da un altro lato. La legge ci ha obbligato a definire delle nuove misure, soprattutto organizzative (evitare le riunioni, mantenere le distanze, favorire lo smart working, ecc…). Queste nuove misure devono trovare definizione in un Protocollo (e quindi un documento specifico è da fare!) e deve per legge esserci anche un Comitato in azienda che ne verifichi l’esecuzione.
Portiamo degli esempi: tutti sanno che è obbligatorio usare le mascherine e che vanno bene anche quelle chirurgiche; ma è altrettanto noto che devono essere marcate CE e rispondenti alla norma UNI EN 14683? Non vanno bene quindi mascherine fatte in casa; inoltre i DPI devono sempre essere distribuiti dal datore di lavoro e serve una lettera di consegna nonchè un’informativa sul loro corretto utilizzo e smaltimento. E quando buttiamo via mascherine e guanti? Lo sapete che sono rifiuti biologici e quindi speciali e servono delle regole precise per il loro corretto smaltimento? Pensate poi a chi è in smart working: se le persone in smart working facessero parte delle squadre di emergenza antincendio e primo socccorso? Ciò impatterebbe sulla sicurezza poichè ora la squadra fisicamente presente in azienda sarebbe sottodimensionata e andrebbe quindi potenziata. E la cassetta di primo soccorso? Ora la dotazione di sempre non basta e dovrò integrarla, perchè potrei dover soccorrere una persona e quindi non rispettare la distanza di sicurezza. E la sanificazione? Ho controllato se la ditta che ho incaricato di farla possiede le necessarie autorizzazioni in base al DM 274/97? E’ un problema del datore di lavoro eccome; è lui responsabile ex Art. 26 dei fornitori che sceglie!
Avete pensato poi che oggi, la gran parte degli impiegati ha una mansione nuova, che è quella di munirsi di detergente e straccio e di pulirsi la scrivania? E questo non li espone al rischio chimico cui prima non erano esposti? Certo, non fanno uso di cancerogeni, ma ciò non vuol dire che noi possiamo non valutare questo rischio, poichè l’Art. 28 del D. Lgs. 81/08 dice che l’imprenditore deve valutare TUTTI i rischi presenti nell’ambiente di lavoro.
E se ho scelto di misurare la febbre, ho controllato che il termo scanner sia marcato CE e soprattutto sia classificato come dispositivo medico? Se no non vale…
Tutte queste considerazioni dimostrano che il DVR va sicuramente integrato, poichè queste misure impattano sul livello di sicurezza; essendoci nuove e straordinarie misure è quindi obbligatorio informare e formare il personale sul rischio specifico, indipendentemente dalla scadenza quinquennale della formazione di ogni singolo lavoratore.
Devo quindi sia fare un DVR specifico che formare il personale, non per il virus in sè ma perchè le misure di prevenzione e protezione che si sono rese necessarie impattano sulla sicurezza in azienda!
La durata dei corsi in tema di Covid non è definita per legge e secondo ciò che a noi appare buon senso, un’oretta per i lavoratori può essere sufficiente. Organizziamo corsi con frequenza quasi settimanale in videoconferenza su questo argomento.